Versione definitiva di una nuova struttura mirante ad evitare, o quantomeno a mitigare notevolmente, i fenomeni di erosione delle spiagge dovuti alle mareggiate che colpiscono i litorali.


Mantenendo sempre l’obbiettivo di ottenere la trasformazione della superficie dell’arenile di una qualsiasi spiaggia, in compatta e levigata superficie quale risulta essere la battigia, mi auguro di esserci riuscito con l’utilizzo di una nuova struttura più leggera e resistente di quella pensata in precedenza, che prevedeva l’utilizzo dei moduli formanti il sistema frangiflutti onda - rail, opportunamente modificati. Avendo nel tempo ritenuto tale sistema, che con successo continua ad operare nello specchio d’acqua davanti a Piazza S.Marco a Venezia, non avere al meglio tutti i requisiti per le finalità che mi ero preposte, ho provveduto alla ideazione di una diversa struttura. Prendendo atto che la battigia di un litorale rimane inalterata anche quando assalita da una burrasca, ho dedotto che riuscendo a fare assumere le sue caratteristiche anche alla spiaggia che la sovrasta prima di essere investita dalle onde, non dovrebbe poi subire grossi danni. La nuova struttura che propongo mira, già dalla fase iniziale della mareggiata, a limitare il flusso ed il riflusso dell’onda, consentendo con la sua parziale stagnazione che si verrà a creare, di far assumere all’arenile ancora asciutto, la consistenza propria della battigia senza subire danni. Quali doti la nuova struttura dovrà avere per riuscire a tanto?

Ritengo che istallata prima dell'arrivo della brutta stagione per esserne tolta alla fine, tale struttura che descrivo come una tenda da campeggio modello ” canadese” simile nelle dimensioni ma eseguita con il materiale plastico dell’ “onda rail” , magari dotata di opportune nervature per aumentarne la rigidità, così come di altre accortezze che continuo ad elaborare e che mi riservo di segnalare agli interessati al momento opportuno, l’obbiettivo dovrebbe essere raggiunto. Infatti ambedue le tese della “canadese” comportando su di esse l’esecuzione di una serie di adeguate aperture differenziate, consentiranno di ridurre il flusso delle onde, che si spingeranno rallentate sull’arenile asciutto sovrastante, trasformandolo in battigia levigata e compatta, tale da non subire danni con il progressivo aumentare del moto ondoso. Proseguendo nella veloce descrizione della nuova struttura, metto in evidenza che già la sagoma della “canadese” con le tese ben inclinate e di modesta elevazione, non risulterà grosso ostacolo ad essere superata dalle onde maggiori a seguire, che troveranno però l’arenile trasformato.

L'elemento più qualificante della struttura, che è stato indicato nella mirata esecuzione sui fianchi di aperture differenziate per il dosato passaggio delle onde, dovrà essere oggetto di prove accurate per trovare il necessario equilibrio utile a far compattare la spiaggia senza devastarla. Per quanto riguarda il fissaggio della struttura alla sabbia, dovrà avvenire creando al termine dei fianchi della struttura, una netta piegatura sulla quale eseguire i fori per il fissaggio con delle viti autofilettanti sempre in plastica, dotate di filettatura molto marcata che, in quantità da considerare, sapranno svolgere al meglio il loro compito.

Un'altra perplessità potrebbe sorgere in quanti, consapevoli dell’ arrivo in spiaggia di notevoli quantità di detriti portati dalle mareggiate, compresi tronchi d’albero di notevoli dimensioni, non ritenessero il sistema protettivo in grado di resistere. Avendo preso atto della solidità del materiale usato per la struttura, sono ben convinto che sarebbe in grado di resistere, pur riconoscendo che potrebbe cedere quando un grosso tronco la investisse. Ma cosa potrebbe derivarne? Niente di tragico essendo certo che anche il grosso tronco, trattenuto sul punto dell’impatto da quanto rimasto della struttura pur scardinata, contribuirebbe all’azione di respingimento della mareggiata assieme alla parte del sistema ancora rimasta integra Poi si provvederebbe, liberata dal tronco, a sostituire facilmente la parte di struttura danneggiata.

Considerando che le idee sopra esposte sono frutto di teoria, c’è da augurarsi che qualcuno possa farsi carico di eseguirne una campionatura per poterla testare. Avrebbe il mio consenso.

Gino Gersich
Cavallino Treporti Maggio 2024

Gino Gersich
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