Necessarie scelte a lungo respiro.
Siamo alle solite! Forse sarà ovunque, ma a Venezia di certo, che ogni decisione
deve passare per infiniti e spesso inutili contrasti. E questo perchè? Semplicemente
perchè ogni interesse o posizione di partiti, nonchè di private corporazioni,
riesce ad avere il sopravvento sull'interesse generale della città. E si cercano
soluzioni che tali non sono o lo sono parzialmente anche perchè fatte divenire
prioritarie a fronte di carenze di pianificazione di una città che, proprio
perchè tale, deve essere governata con uno sguardo che sappia vedere lontano.
Ora, dopo le disgrazie, è il momento di trovare soluzione al problema del passaggio
delle grandi navi nel bacino di San Marco e nel canale della Giudecca e per
non passare da irresponsabili, le autorità competenti hanno proposto la loro
soluzione tra l'alternativa Marghera e lo scavo di un nuovo canale per rimanere
in marittima. In ambedue le proposte si ottiene il risultato doveroso di allontanare
il traffico delle grandi navi dal centro della città e almeno il rischio catastrofi
è allontanato. Ma ancora una volta, inseguiti dalle emergenze, non ci si accorge
che le alternative proposte non possono che doversi considerare provvisorie,
in attesa di una scelta che risolva radicalmente salvaguardia e sviluppo. Le
due cose possono coesistere. L'esempio pur positivo dell'allontanamento delle
grandi navi dal centro storico calza a pennello. Esso inciderà ancor più negativamente
sull'equilibrio idraulico della laguna. Così come sarà per l'eventuale porto
off-shore, per quanto è dato sapere finora. Oltre a non avere i requisiti per
essere economicamente competitivo, metterà fine a quel che sarà rimasto della
laguna interessata dal numero elevato di passaggi necessari a portare a terra
il carico delle future grandi navi. Qui ci vuole del coraggio, è inutile girarci
attorno. Ci vogliono scelte di lungo respiro, che consentendo lo "status quo"
per il tempo necessario, preparino Venezia al futuro. Il porto off-shore da
me proposto a Santa Maria del Mare con collegamenti via tunnel per raggiungere
la terraferma possiede tutti i requisiti per ottenere l'equilibrio lagunare
e incrementare tutto il traffico portuale, senza nel frattempo penalizzare il
porto attuale. Considerando che il mio piano è nato prima dell'esecuzione del
passante di Mestre, al quale voleva essere alternativo, ora sarà da valutare
se privilegiare l'asse stradale verso Padova sviluppando la logistica, sempre
più volano dell'economia futura e facilitare così l'effettiva attuazione dell'area
regionale integrata. Tutte problematiche che richiederanno una serie di confronti.
Per rimanere in tema, sarà inevitabile nel tempo con il Mose operativo, ricorrere
agli accorgimenti illustrati nel mio piano aventi tutti lo scopo di mitigare
con scabrosità varie, l'espandersi troppo rapido delle maree. Infatti i maggiori
danni a Venezia e alla sua laguna derivano da quella che si ritiene essere la
situazione normale. Ampliamenti delle bocche di porto e canali marittimi sempre
più profondi creano, con la maggior velocità dell'acqua che ne consegue, danni
in tutti i giorni dell'anno. Si affronti il problema ora. Un appello alle Università,
Iuav e Padova in testa, affinchè possano sviluppare, magari con finanziamenti
europei, uno studio di massima su basi scientifiche anche sulle mie proposte,
nate in forma empirica e basate su osservazioni, deduzioni e spero buonsenso.