Pericolo allagamenti in terraferma
Mi si affacciano alla mente, in questi giorni di accese polemiche sul passaggio delle grandi navi in bacino di San Marco, aspetti del Mose che mettono in imbarazzo la mia valutazione prospettica sulle funzioni che nel tempo esso sarà chiamato svolgere e per le quali è stato voluto. Seguendo in questi giorni le cronache anche attraverso le immagini fotografiche, suppongo saranno rimasti sgomenti quanti, a corto di preparazione tecnica specifica, hanno visto l'imponenza dello strumento che dovrà liberarli dalle ansie e dai danni che arrecano le acque alte eccezionali. Pur avendo messo in evidenza a suo tempo l'errata impostazione progettuale di chiudere con sbarramenti le bocche di porto indicando soluzioni alternative, non posso certamente entrare nel merito dell'affidabilità del sistema Mose, anche se da più parti ne sono stati messi in discussione alcuni aspetti non secondari, limitandomi a segnalare un'evenienza che a mio avviso potrebbe verificarsi e che non mi risulta fino ad oggi essere stata affrontata. Si afferma che l'opera potrà durare cent'anni. Si afferma che è stata calcolata per resistere ad alte maree ben superiori a quella nefasta del 1966 ma, pur non potendosi prevedere con certezza il futuro anche prossimo, molti studiosi concordano nel valutare possibile un aumento di almeno 50 centimetri del livello dei mari nel periodo della durata prevista per l'opera stessa. Tutto a posto? Con previsioni simili sarà possibile per il Mose far fronte alla furia delle acque? Sì, suppongo lo sarebbe con i parametri che siamo portati a considerare per le esperienze fin qui vissute. Ma alte maree eccezionali che partissero da un medio mare 50 centimetri più elevato non possiamo sapere dove potrebbero arrivare, né come picco massimo né, peggio ancora, per quale durata. Prendendo atto che risultando il clima in fase di cambiamento a livello mondiale, sono da prevedersi venti e sesse più violenti e prolungati che renderanno obbligatorio tenere il Mose in funzione per lungo tempo. E qui potrebbe presentarsi l'evenienza a cui accennavo sopra. Sappiamo che tra le paratoie esistono necessariamente degli spazi attraverso i quali, passando una certa quantità d'acqua, per effetto della legge sui vasi comunicanti porterebbe a livellare la laguna con il mare aperto. Ma filtrandone una quantità modesta in rapporto alle dimensioni del vaso ricevente (leggi laguna) si dirà che ci vorrà molto tempo perchè il fenomeno arrivi a compimento; considerando gli altri elementi in gioco non penso sarà poi così scontato. Infatti i canali e i fiumi gonfi d'acqua per la pioggia, che normalmente si accompagna alle condizioni propizie al formarsi dei fenomeni delle acque alte eccezionali, porterebbero a un aumento abnorme di masse d'acqua che la funzione di bacino scolante lagunare non sarebbe in grado di svolgere. Allora ci saranno gravi allagamenti nella provincia per il riempimento della laguna che potrebbe portarsi al livello della quota del mare esterno al Mose. Se poi, considerando l'ipotesi della "sorpresa" della futura variabilità globale delle condizioni climatiche, il fenomeno si dovesse prolungare senza che dalle fessure tra le paratoie del Mose uscisse più acqua di quanta ne entrasse in laguna per i motivi di cui sopra, si arriverebbe al paradosso di dover abbassare le paratoie per far defluire l'acqua dalla laguna verso il mare aperto. Ci auguriamo tutti ovviamente che le possibili previste variazioni climatiche possano risultare modeste e/o limitate ad altri lontani posti della terra affinchè il Mose, pur con tutti i suoi limiti, possa offrire il meglio delle sue prestazioni.

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