Relazione sul tema del “granchio blu” in cui si indica un nuovo approccio al suo contrasto.


Da non molto la laguna veneta ed altre lagune della costa del nord-est abbracciate dal mare Adriatico, hanno subito l'invasione del cosiddetto granchio blu, che per certe sue spiccate caratteristiche, risulta essere un vero flagello.

Lo si cattura certo, ma otre ad un modesto ricavo dall'uso alimentare, è necessario pur sempre compensare i pescatori con sussidi spesso considerati inadeguati.

Ma qualora si riuscisse di destinare i granchi catturati ad un utilizzo che ne suscitasse una notevole richiesta, ecco che la legge di mercato ne aumenterebbe la domanda ed il valore.

Ancora non mi risulta l’avvio di una produzione industriale ad uso alimentare confezionata in scatola quali si trovano già importate dall’estero, ma ritengo la soluzione che propongo poter essere notevolmente più interessante, redditizia e continuativa.

Non solo, ma pure collaudata! Mi riferisco all’uso che veniva fatto dei comuni granchi della laguna veneta, quale concime per le coltivazioni orticole nei tempi passati, quando dai pescatori di Burano venivano barattati con prodotti della terra della mia attuale zona di residenza.

Questa è storia ma non riproponibile nei termini in cui è stata vissuta.

All'epoca si raccoglievano i granchi su delle botti, per poi essere consegnati ai contadini che provvedevano a versarli attorno alle colture, concimandole con quanto di meglio si potesse usare. Oggi non sarebbe proprio possibile agire in tal modo ma, consegnando i granchi blu già triturati o meno, alle aziende conserviere, tutto verrebbe risolto.

Come? Solo per suggerire, ottenuta la triturazione dei granchi, si consentirebbe alle industrie di confezionarli in adeguati contenitori a chiusura ermetica per essere commercializzati.

Oppure, sempre dopo la triturazione, surgelare il composto disponendolo in contenitori di opportune dimensioni e di appropriato materiale non inquinante e dissolvibile quando sepolto nella terra.

Da non tralasciare la possibilità di rendere il prodotto liofilizzato, che renderebbe più facile la filiera del trasporto e del magazzinaggio, e pure essere utilizzato nella produzione ittica.

Saranno le indicazioni degli utilizzatori e degli agronomi, consigliare al meglio come procedere. Aggiungo che, avesse successo quanto proposto, è presumibile si dovrà valutare l'allevamento del granchio blu su appropriate gabbie immerse nelle acque lagunari, onde averne sempre la disponibilità per la trasformazione in concime. Essendo ben nota la loro voracità, è da ritenere che possano essere alimentati con gli scarti delle macellazioni ad uso alimentare, così come con quelli delle industrie ittiche.

Iniziative da sottoporre ovviamente ai pareri ed ai controlli sanitari.

Concludo con delle sconfortanti considerazioni.

Pur essendo ben conosciuta la gravità dei problemi creati dal granchio blu, intendo far sapere che le indicazioni fornite dal sottoscritto nella presente trattazione, sono state a tutt’oggi rifiutate o bellamente ignorate, da grosse cooperative nazionali di pescatori di vongole. E pure da istituzioni pubbliche che hanno dichiarato non essere di loro competenza, dovendosene occupare l’iniziativa privata. Ma le cooperative hanno rifiutato di farlo!

Si potrebbe essere indotti a pensare che i contributi che saranno giustamente concessi ai pescatori del settore per i danni già subiti, siano stati considerati tanto sostanziosi da aver indotto ad un meritato riposo in attesa di quanto di buono si spera saprà portare il futuro!

Gino Gersich
Cavallino Treporti 05 dicembre 2023

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